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La coscienza coloniale degli italiani
La coscienza coloniale degli italiani
2021 •
Silvia De Luca
Questo elaborato segue l’analisi di alcuni spaccati della propaganda coloniale dal periodo liberale alla fine delle guerre coloniali condotte dal fascismo, e si sforza di individuare non solo quali furono i motivi e motti centrali di questo tipo di propaganda, ma anche i suoi strumenti e la sua diffusione. Il primo capitolo della trattazione si occupa di riassumere sinteticamente gli eventi e gli elementi che si è ritenuto essere più rilevanti di questo complesso fenomeno storico, soffermandosi esclusivamente sulle azioni belliche condotte oltremare, nel continente africano. Partendo dal dato storico, si è cercato nei capitoli successivi di risalire la corrente delle narrazioni e delle illusioni che accompagnarono il colonialismo italiano: dall’epoca liberale, nel fiore delle spinte nazionalistiche post-risorgimentali, fino alla Guerra d’Etiopia che rappresentò l’apice della campagna imperialista del regime fascista, prestando attenzione non solo ai contenuti delle retoriche colonialiste proposte in madrepatria, ma anche ad alcuni mezzi a cui si è voluto dare rilievo, quali la stampa, il cinema, gli organi istituzionali e culturali, e infine la didattica. L’ultimo capitolo è dedicato invece alle narrazioni post-colonialiste, di cui sono portavoce in maniera particolare le testimonianze dei reduci delle colonie, quali ad esempio quelli di Libia in seguito alla cacciata emanata dal “colonnello” Gheddafi nel 1970, ma anche le nuove “scritture migranti” sorte negli ultimi decenni.
Pisa University Press
REPOSITORIES. Per un contro-archivio della colonialità tra storia, arti e visualità
2023 •
Beatrice Falcucci, Lucas Orlando Iannuzzi, Gianmarco Mancosu, Simone Brioni
Il progetto Repositories scandaglia l’archivio della colonialità non semplicemente per ricostruire le storie degli imperialismi nella loro complessità fatta di scontri e interazioni, usurpazione e negoziazione. Esso indaga come le società coloniali si siano auto-immaginate in relazione a quei processi, come siano state costruite convinzioni, narrazioni e memorie, e come relazioni di potere nate durante l’età degli imperi si siano riprodotte – o siano state criticate – nel contesto post-coloniale. Se questo archivio ancora oggi influenza tutta una serie di discorsi e fenomeni socio-politici, le pratiche artistiche e di ricerca che popolano questo volume mettono in discussione visioni e conoscenze stereotipate o marcatamente razziste che ancora oggi popolano il nostro presente. ISBN 978-88-3339-790-0
«Memoria e ricerca»
Sotto il segno di Roma. L’educazione coloniale e la Collezione Marzocco per la Gioventù Araba del Littorio
2022 •
Francesco Casales
This paper engages with the debate over the history of Italian racism. Specifically, it focuses on the racializing strategies employed by a series of short children’s stories (Collezione Marzocco per la Gioventù Araba del Littorio), published in 1939 and targeted for a colonial audience. After a brief sketch of the role and functions of colonial literature, on the one hand, and of Gioventù Araba del Littorio, on the other, the article will dwell into the racist ideological standpoints put forward in these twenty short stories. It will then be argued that the pedagogical strategies there endorsed opened up to potential fractures within the Imperial racism of the late Thirties.
FROM THE EUROPEAN SOUTH 6|2020
Immaginare l'indipendenza: il contributo visuale italiano nelle lotte anticoloniali delle ex colonie portoghesi in Africa
2020 •
Francesca De Rosa
The following essay aims to be an examination of the dynamics of the struggles of liberation from the Portuguese empire, the processes of decolonization and the end of the Estado Novo, through the analysis of the film and visual heritage produced in the international context, specifically the Italian one, more than forty years from the liberation of the Portuguese colonies. In the 1960s and 1970s, unlike many other European and Western countries, Italy showed a growing attention to what was happening in the Portuguese colonies in Africa, developing an intense activity of solidarity with the liberation movements (PAIGC, FRELIMO and MPLA). In an attempt to undertake a more systematic analysis of that experience before it is totally lost, the following work aims to study the audiovisual and photographic productions produced in those years: documentaries, films, photojour-nalism projects realized in Angola, Guinea Bissau, Mozambique. Nelli, Conchiglia, de Stefani, Lucas, Alfredo, Cigarini, Massobrio and Bedei are the most famous in this rich panorama of reporters and filmmakers who supported the liberation movements. http://europeansouth.postcolonialitalia.it/8-journal-issue/22-6-2020-contents?fbclid=IwAR0StlGpvh-rgha08yF5_1O82eddemUjeeBLYBuGSIfj6KSz9ecV4jJSqkc
Le Letterature dell’Africa Lusofona: panoramica storico-culturale e critico-letteraria
2013 •
Marco Bucaioni
GABRIELE BASSI_Costruire l'immagine coloniale del libico. Continuità e discontinuità, tempi e figure (1911-1943).
Gabriele Bassi
Diacronie. Studi di Storia Contemporanea
Gli italo-somali dell’Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia (AFIS): una memoria dimenticata tra le pagine dell’Italia postcoloniale
Michele Pandolfo
Tammurriata Nera. Sessualità interrazziale nel secondo dopoguerra italiano
2019 •
Vincenza Perilli
Since the liberal era, "half-breeds" have been one of the greatest problems Italian colonial racism had to face. From the initial absence of explicit prohibitions to useless and confused attempts to stop "interracial sexual unions" (long tolerated only in the form of the "madamato"), to the Empire's final prohibition of "unions of conjugal nature" between "nationals" and "subjects" (which introduced the asymmetry of the entwined relationship of race and gender; see Sòrgoni 1998), the "miscegenation" problem was continuously short circuited by the popular image that the racist discourse had helped construct. After WorldWar II, while the new republic attempted to put the ugliness of colonialism behind as the mere product of fascist barbarism, a heavy silence fell around the issue of the "mixed" children who were abandoned by their Italian fathers in Africa, while the birth of "mulatto" childr...
“Da Rider Haggard a Salgari: Riscrivere l’Africa nell’era dei colonialismi”, Belphégor: Littérature populaire et culture médiatique: Hommage à Charles Grivel, 16/1, 2018.
Paola Irene Galli Mastrodonato
Il più famoso romanzo inglese sull'Africa Nera "tradotto" dal genio instancabile di Salgari. My essay presents a critical overview of some major novels on Africa written by Italy’s greatest adventure novelist, Emilio Salgari (1862-1911). I shall analyze how Salgari portrays Africa and the Africans in the era of colonial expansion and Imperialism, in La favorita del Mahdi, an exciting instant book set around the jihadist revolt in Sudan, in I drammi della schiavitù, a vivid and adventurous tale of the horrors of the slave trade, and finally in his personal rewriting of King Solomon’s Mines by H. Rider Haggard, Le caverne dei diamanti.
La donna e la "razza". Nascita e sviluppo di un immaginario coloniale.
Giovanni D'Ambrosio
La tesi affronta l’argomento della rappresentazione degli africani in generale e della donna africana in particolare nelle colonie italiane, l’utilizzo che ne è stato fatto dal potere coloniale e gli sviluppi che ci sono stati durante il fascismo. Il primo capitolo si sofferma interamente sugli studi postcoloniali, cercando di sottolinearne gli elementi di qualità e gli apporti nell’analisi sociale ma senza comunque tralasciare le polemiche che li riguardano. Il secondo capitolo è dedicato alla costruzione dell’immaginario coloniale italiano dell’età liberale. All’inizio si propone di analizzare gli stereotipi razzisti e sessisti già presenti nella tradizione popolare degli italiani ancora prima dell’esperienza coloniale. Quest’immaginario è già presente durante il processo di unificazione nei confronti del Meridione. Dalla presa del potere di Assab in avanti l’Africa viene fatta conoscere agli italiani attraverso le etno-esposizioni viventi, la costruzione di villaggi indigeni e la diffusione di cartoline e di fotografie dalle colonie. Queste iniziative non hanno uno scopo pedagogico e non aiutano a migliorare le conoscenze sulle colonie, ma anzi veicolano un’idea dell’Africa e dei suoi abitanti ricca di stereotipi e fissate in rappresentazioni intrise di esotismo ed erotismo. L’elemento erotico che caratterizza la rappresentazione delle donne africane è uno degli elementi di attrazione più importanti che spinge i maschi italiani verso le colonie. Le rappresentazioni diffuse dal potere coloniale sulle donne si concretizzano nelle violenze sessuali e nelle politiche sessuali messe in atto nelle colonie volte a regolare i rapporti interraziali e lo status dei meticci. L’ultimo capitolo riguarda l’epoca fascista e i cambiamenti nell’iconografia della donna indigena causati dall’emergere di un razzismo biologico che diventa ideologia di Stato. Viene sottolineata l’importanza della guerra d’Etiopia e le sue conseguenze nella politica coloniale del Regime, impegnato a costruire la nuova coscienza imperiale degli italiani basata sul prestigio della “razza”. A seguito di ciò la donna nera perde i tratti sensuali dell’esotismo per caricarsi di una serie di rappresentazioni negative, un tempo minoritarie, che vengono riprese per sostenere la nuova politica fascista. La donna africana diventa un essere immondo, portatrice di malattie veneree e maleodorante. L’immaginario dell’età liberale che la riguardava viene censurato e condannato. La vicenda della canzone “faccetta nera”, la narrativa di carattere coloniale successiva al 1936 e l’iconografia che riguarda la donna africana sono tutti esempi che riporto a dimostrazione del mutamento della politica fascista in funzione della politica di segregazione che porta avanti.